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Dinamo Sassari: la squadra di tutta una regione… o di una vita?

Dinamo Sassari: la squadra di tutta una regione… o di una vita?

A proposito di Dinamo Sassari: la prima volta fu a Imola. Il mormone Whiting e il nigeriano Ezugwu, il tiratore pazzo Bushati e già c’era Il Capitano, Manuel Vanuzzo.
Correva l’anno… boh.. ma fu amore a prima vista.
Vedete: per me amare questa squadra non è solo una questione di tifo.
E’ sentirmi vicino a quella che sento la mia casa, la mia terra, la mia gente.
Pur non avendo abitato mai in Sardegna (ma un giorno…chissà…), so che un giorno lì tornerò… I’ll come back to the Island, come scrisse Jason Rowe dopo gara 2 a Casale.
Forse, questa terra ti lascia la sua impronta nelle U che mette nel tuo cognome…CUBEDDU, ben due U, abbastanza per renderti schiavo di questa terra, legarti a lei e non lasciarti mai.
Guardate CAPITAN VANUZZO…una sola U ok, ma lui è di Dolo! Ma dalla Sardegna, giura, non se ne andrà mai più.

Ma quale provinciale? Campioni d’Italia 2014/2015!

Ebbene sì, io c’ero!
Ero tra quei 150 o forse più fortunati che erano al Pala Bigi quel 26 giugno 2015, in c… ehm, in barba alla capienza massima di 50 posti del settore ospiti.
Quel giorno si concludeva un percorso folle e appassionante allo stesso tempo, che ci aveva visto partire dimessi dalla quinta piazza per affrontare subito Trento, come nei playoff di quest’anno.
Regolata la squadra di Coach Buscaglia, in maniera anche abbastanza netta, arrivava la corazzata Olimpia Milano, già battuta in finale di Coppa Italia e Supercoppa.
Solo i pazzi potevano pensare ad un triplete. I pazzi, i sognatori, e la squadra di Meo.
Gara 5 di quella partita c’è l’ho impressa nella mente, non fosse altro perchè l’ho seguita in un bar di Trapani (mai prenotare le vacanze con grande anticipo..), atttorniato da trapanesi che stavano partecipando ad una festa.
Ebbene, l’entusiasmo travolgente che solo il gioco del basket sa regalare, fece sì che per tutto il supplementare di David Logan una parte di Trapani soffrisse e tifasse con noi per la Dinamo Sassari…per poi esplodere con noi alla fine. E’ finale.
E vennero poi i giorni della sfida di Reggio Emilia… a raccontarli mille volte, sono certo, non riuscirei a rendere l’idea.
Le giornate, in famiglia e al lavoro, erano scandite da quell’appuntamento fisso che arrivava ogni 48 ore: un’ora di permesso al lavoro, macchine compattate a Imola, viaggio verso Reggio, parcheggio zona cimitero e inferno (sportivo) nel catino ribollente del Pala Bigi.

Buona la terza!

Non oso pensare cosa sia stata la stessa routine per chi vive nell’Isola, e cosa siano state quelle partite vinte in casa al limite del supplementare.
So però cosa ha voluto dire presentarci alla prima in casa loro con i berrettini da Babbo Natale per questioni scaramantiche… ma senza ottenere alcun risultato.
So cosa ha voluto dire presentarci alla seconda, e perdere di nuovo senza appello.
E mi ricordo, infne, le facce stravolte dalla gioia quando la preghiera lanciata in aria da Drake Diener non toccò neppure il ferro.
Campioni d’Italia, di Sardegna e del Regno delle Due Sicilie“: con questo SMS annunciavo al mondo intero la nostra impresa.

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