Romagna Biancoblu

Ubi Ra Ibi Nos

Nicaragua e oltre

My life Viaggi ed esperienze

Non mi avrete mai

Las Ramblas

Flash, istantanee, momenti di felicità.

Interrail 1998, nove ragazzi che respirano a pieni polmoni la libertà, la mia prima vacanza lavorata e pagata con il lavoro estivo, tra un esame all’università e l’altro.
Tutti e nove insieme, con quei cappelli da pescatore ridicoli che andavano allora a farci più fighi, a petto nudo, magri scarni e ancora senza tatoo.
Una foto su un panchina all’inizio delle Ramblas, con i nostri zainoni a raccontare l’inizio dell’avventura e dietro la stupenda vitalità di una città aperta.
Le serate al Mare Magnum, alternando cerveza e Acquarius, crecando di portare a casa qualche numero di telefono, qualche chiacchiera con qualche “chica”, da poter poi raccontare agli amici quando sarebbe stato ancora nebbia, inverno e il solito pub.

Interrail 1999, solo una tappa obbligata per un cambio treno alla fine dell’infinito viaggio Genova -Port Bou – Barcellona, prima di spostarci a Nord verso i Paesi Baschi.
Una visita veloce a quel mercatino che ci era piaciuto tanto, la Boqueria. E per vedere se c’è ancora sulle Ramblas quel vecchietto che palleggia come Pelè. E se esistono ancora i distributori automatici di Acquarius, la nostra vera droga.

Che anno era? 2001? 2002? Fiat Scudo a noleggio, Ravenna – Badalona – Barcellona – Oropesa del Mar.
Compilation cariche di Enrique Iglesias e improbabili meteore spagnole per alleviare il viaggio, amici al seguito e ritrovati, bevute e feste in spiaggia e quell’antipatico contrattempo di un vetro rotto, ancora in zona Ramblas, per rubare il nulla ma costringerci ad un viaggio di ritorno da odissea.

Barcellona 17/08/2017

Sarebbe banale ora dire che fa male vedere quei posti, alla fine così familiari pur nella loro lontananza geografica, martirizzati da uomini senza onore e senza palle, assassini della peggior specie, perchè vili e codardi esecutori di un assurdo piano di morte.
Le banalità preferisco lasciarle a twittatori seriali, esperti che avevano già previsto tutto, sciacalli a caccia di voti e consensi o, peggio ancora, di like e followers.
Provo solo tanta rabbia. Rabbia perchè tutti avrebbero il diritto di vivere felici, e questo sporco mondo che puzza di melma e merda da lontano un miglio, non lo consente.
Non lo consente al bambino steso, immobile, sull’asfalto delle ramblas e non lo consente al bambino di Aleppo in lacrime che vede la morte tutta intorno a lui.
Provo rabbia perchè ci siamo assuefatti a queste immagini, come se fosse normale che l’adolescenza di un bambino, IN QUALSIASI PARTE DEL MONDO, non debba essere solo giochi, risate e leggerezza.
Provo rabbia perchè ancora oggi soldi e religione, e la micidiale commistione tra questi due elementi che obnubilano la ragione e la razionalità dell’essere umano, generano morte senza un perchè.
Provo rabbia perchè credo di non poter fare nulla per tutto questo.
Ma poi mi acquieto, e forse sì…qualcosa posso farlo.

Non mi avrete mai

Non mi avrete mai. Punto.

Non mi avrete mai, vili assassini senza onore, perchè non rinuncerò mai a continuare a girare per questo vecchio sporco mondo, alla ricerca di posti nuovi, persone nuove e diverse da me.
Non smetterò mai di essere incuriosito, attratto, ammaliato da gente di altro colore, di altra etnia, di altra lingua e costumi, e farò sempre in modo che sia l’empatia a guidarmi in questi incontri.
Non ce la farete mai, bastardi integralisti di qualsiasi idea o convinzione, a farmi odiare quello che dite di rappresentare.
Non ce la farete mai a farmi chiudere in me stesso e nel mio occidentalismo, in contrapposizione al vostro stupido islamismo radicale.

Non mi avrete mai, infami sciacalli italici a caccia di consensi, voti o idee per un nuovo libro.
Non riuscirete mai a farmi odiare chi viene a casa mia a caccia di un opportunità, che scappi da una guerra o dalla fame.
Non riuscirete mai a farmi distinguere tra migranti economici e politici, quando quella politica sporca e quell’economia disastrata da cui scappano, l’abbiamo costruita ad arte noi per mantenere i nostri bei privilegi da nord del mondo.

Non mi avrete mai, seminatori di odio di tutte le latitudini, perchè non riuscirò mai ad odiare l’altro, perchè tutti gli esseri umani sono uguali. E non lo dice nessun libro sacro, che mai ho letto e mai leggerò, ma la mia coscienza, la mia morale, la mia razionalità da uomo libero e pensante.

Non mi avrete mai. Punto.

My life Ravenna FC 1913 Sports fan

#noallatesseradeltifoso

1995: quando non esisteva l’hastag #noallatesseradeltifoso

Mi tocca, come quasi sempre, partire da un ricordo: il 29 ottobre 1995 allo stadio Moccagatta si giocava Alessandria-Ravenna.
Personalmente, ci tenevo ad andare in trasferta: non ero mai stato ad Alessandria, e ancora di più volevo andarci in questo frangente per manifestare anche la mia vicinanza ad una tifoseria, e ad una città, che si stava rialzando ad un anno dalla violenta alluvione del 5 novembre del 1994.
Il problema era che ero da solo. Nessuno dei soliti compagni di trasferta c’era, e io non ero tanto convinto di sciropparmi tutti quei chilometri senza la solita banda.
Poi domenica mattina, circa un’oretta prima della partenza, decisi di andare al pullman. Se ci fosse stato posto, sarei salito. Altrimenti ciccia.

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Dinamo Sassari Sports fan

Perchè dico sì alla “Dinamo Academy” di Stefano Sardara

Oggi, mercoledì 28 giugno, a poco più di due anni dallo scudetto del 2015, viene tolto il velo al progetto Cagliari: la cosa mi intriga, e provo a spiegare perchè dico sì al “Dinamo Academy” di Stefano Sardara.
Ne abbiamo lette tante in questi giorni di storie e storielle, su giornali e giornaletti, che cercavano di dare un’etichetta a questa operazione: modello D-League americano, modello cantera spagnolo, semplice usurpazione di un titolo sportivo.
Non ho forse le competenze tecniche e giuridiche per inquadrare il tutto, ma di una cosa sono certo: i viaggi frequenti e l’amicizia con il club catalano del Barcellona, c’entrano qualcosa con tutto quello che sta accadendo nel Nord Sardegna negli ultimi anni, cestisticamente parlando.
E sinceramente, al di fuori del giudizio personale sull’uomo, tanto di cappello all’imprenditore sportivo: prendere un modello, molto ma molto importante come quello catalano, e cercare di replicarne alcuni aspetti, è sintomo di grande intelligenza.
Poi, come sempre, il tempo sarà galantuomo…e ci dirà se tutto questo sarà un fallimento.
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My life Sports fan

Il più grande di tutti: Drazen Petrovic

Drazen Petrovic

Era il 7 giugno 1993, esattamente 24 anni fa, e a Denkendorf in Germania, moriva il più grande di tutti: Drazen Petrovic.
Soprannominato “Il diavolo di Sebenico” e “Il Mozart dei canestri“, è stato uno dei migliori cestisti europei di tutti i tempi e tra i primi a imporsi in NBA.
Trovò la morte al rientro da una partita di qualificazione contro la Polonia, al termine della quale decise di tornare in Croazia in macchina con la fidanzata e non in aereo con il resto della squadra, restando coinvolto in un incidente d’auto.
Oggi si parlerebbe di lui come di una combo, una guardia tiratrice che non disdegnava di giocare da playmaker.

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I Top 10 My life

I 10 film della mia vita – Uncovered (Scacco matto) (2/10)

E d’improvviso…ho deciso di cimentarmi in un’impresa: trovare i 10 film della mia vita.
Stimolato dalla notizia del trentacinquesimo compleanno di ET (che sicuramente troverà posto in questa classifica), ho deciso di iniziare questa avventura.
I film NON sono in ordine di importanza…perchè ognuno ha avuto la sua importanza, la loro visione mi ha mosso qualcosa dentro e, in taluni casi, continua a smuoverla ogni volta che li rivedo. Ma diciamo così: li immagino tutti al primo posto a pari merito.
Non sono un esperto di fotografia, montaggio, recitazione. Parlo solo di emozioni (le mie) che questi film mi hanno regalato.
E’ tempo di scoprire il secondo.

I 10 film della mia vita – Uncovered (Scacco matto) (2/10)

Scacco matto (Uncovered) è un film del 1994 tratto dall’omonimo romanzo (La tabla de Flandes) di Arturo Pérez-Reverte. Il film è diretto da Jim McBride.
In Italia esce, solo in tv (e probabilmente solo ad orari infami), nel 1995.
A Barcellona la giovane Julia, restaurando un’antica tavola fiamminga raffigurante una partita di scacchi, scova il messaggio in latino Qui necavit equitem (Chi ha ucciso il cavaliere).
Julia decide di indagare sul significato della scritta, che potrebbe celare un misterioso omicidio vecchio di più di 500 anni e si avvale dell’aiuto del suo patrigno Cesar e di un giovane scacchista tzigano.
Ma, man mano che l’enigma sembra avvicinarsi alla soluzione, alcuni conoscenti ed amici di Julia cominciano a morire in circostanze misteriose…

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I Top 10 My life

I 10 pensieri di fine maggio

Il Giro d'Italia 100 in Sardegna
  1. Finalmente è finito Maggio. Era ora caz!
  2. Adesso inizia Giugno. Ho paura, mi aspetta un delirio di cose da fare e da decidere.
  3. Savanovic si ritira, forse arriva Polonara. La prossima notizia sarà un’invasione aliena?
  4. Mi piacerebbe che Totti non smettesse, ma provasse a fare un anno in B o all’estero (USA esclusi).
  5. Tutti tifano Avellino? Io tifo Reyer Venezia.
  6. Guardo 1993 su Sky e mi ricordo che siamo un paese inguardabile e incommentabile.
  7. Guardo le immagini del Giro d’Italia 100 e mi ricordo che siamo un paese stupendo.
  8. Non riesco più a seguire la politica. E anche se riprendessi a  seguirla, mi ritroverei sempre dalla parte sbagliata.
  9. Ho Immobile al Fantacalcio e devo scambiarlo bene per il prossimo anno.
  10. Non prego, ma penso a Manchester.
Ravenna FC 1913 Sports fan

“Ma perchè quel Mariano Sotgia non gioca in Serie A?”

Partiamo dalla fine.
Sven Goran Eriksson, allenatore della Lazio, si presenta in sala stampa e con il suo solito aplomb spiazza tutti: “Prima che possiate farmi qualsiasi domanda, mi spiegate perchè quel Sotgia non gioca in Serie A?”.
E’ il giorno mercoledì 1 dicembre 1999, allo stadio Bruno Benelli si gioca Ravenna-Lazio, gara di andata degli ottavi di finale di Coppa Italia.
Finisce 1 a 1, gol di Boksic e Vecchiola.
Ma al di là del risultato, va in onda il Mariano Sotgia Show: Lombardo (mica uno che non corre…) non riesce minimamente a contrastarlo, il buon Sven cambia fascia al pelato e dirotta Gottardi sulle tracce del tamburino sardo…niente da fare, Mariano imperversa.

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I Top 10 My life

I 10 film della mia vita – Mediterraneo (1/10)

E d’improvviso…ho deciso di cimentarmi in un’impresa: trovare i 10 film della mia vita.
Stimolato dalla notizia odierna (oggi 25 aprile 2017) del trentacinquesimo compleanno di ET (che sicuramente troverà posto in questa classifica), ho deciso di iniziare questa avventura.
I film NON sono in ordine di importanza…perchè ognuno ha avuto la sua importanza, la loro visione mi ha mosso qualcosa dentro e, in taluni casi, continua a smuoverla ogni volta che li rivedo. Ma diciamo così: li immagino tutti al primo posto a pari merito.
Non sono un esperto di fotografia, montaggio, recitazione. Parlo solo di emozioni (le mie) che questi film mi hanno regalato.
Via quindi con il primo.

I 10 film della mia vita – Mediterraneo (1/10)

Mediterraneo è un film del 1991, diretto da Gabriele Salvatores, con Diego Abatantuono, Claudio Bigagli e Giuseppe Cederna, ispirato e liberamente tratto dal romanzo Sagapò di Renzo Biasion, edito da Einaudi. Ha vinto il premio Oscar per il miglior film straniero nel 1992.

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Ravenna FC 1913 Sports fan

“Tirate subito fuori il CD di Gigi D’Alessio!”

Pescara – Ravenna… ma ho le stellette!

Stagione calcistica 2000/2001, e come dimenticarla?
Stavo svolgendo il Servizio Militare presso il Poligono Foce Reno, ho un “trentasei” da giocarmi in famiglia ma forte è la tentazione di un Pescara-Ravenna all’Adriatico.
Certo, il regolamento parla chiaro: non posso allontanarmi più di tot chilometri dalla caserma, ma suvvia… Pescara andata e ritorno, in pullman coi ragazzi, cosa vuoi che succeda?
Per le 23.00 sarò in caserma e avrò appeso la pezza Ubi Ra Ibi Nos anche questa volta.
Così decido che sì…si va! Io e il fido C. partiamo a metà mattina.

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