E d’improvviso…ho deciso di cimentarmi in un’impresa: trovare i 10 film della mia vita.
Stimolato dalla notizia del trentacinquesimo compleanno di ET (che sicuramente troverà posto in questa classifica), ho deciso di iniziare questa avventura.
I film NON sono in ordine di importanza…perchè ognuno ha avuto la sua importanza, la loro visione mi ha mosso qualcosa dentro e, in taluni casi, continua a smuoverla ogni volta che li rivedo. Ma diciamo così: li immagino tutti al primo posto a pari merito.
Non sono un esperto di fotografia, montaggio, recitazione. Parlo solo di emozioni (le mie) che questi film mi hanno regalato.
E’ tempo di scoprire il secondo.
I 10 film della mia vita – Uncovered (Scacco matto) (2/10)
Scacco matto (Uncovered) è un film del 1994 tratto dall’omonimo romanzo (La tabla de Flandes) di Arturo Pérez-Reverte. Il film è diretto da Jim McBride.
In Italia esce, solo in tv (e probabilmente solo ad orari infami), nel 1995.
A Barcellona la giovane Julia, restaurando un’antica tavola fiamminga raffigurante una partita di scacchi, scova il messaggio in latino Qui necavit equitem (Chi ha ucciso il cavaliere).
Julia decide di indagare sul significato della scritta, che potrebbe celare un misterioso omicidio vecchio di più di 500 anni e si avvale dell’aiuto del suo patrigno Cesar e di un giovane scacchista tzigano.
Ma, man mano che l’enigma sembra avvicinarsi alla soluzione, alcuni conoscenti ed amici di Julia cominciano a morire in circostanze misteriose…
Ok, diciamocelo: una cagata. Non pazzesca come La corazzata Potemkin, ma pur sempre una cagata.
Eppure…cosa ci fa tra i dieci film della mia vita?
Insomma, non facciamo i radical chic forzati. Per quanto apprezzi molto i film impegnati, per quanto adori Mediterraneo, non ogni storia deve avere una morale, e non ogni morale deve farti riflettere.
Può anche capitare di innamorarsi di un film, e cercare di rivederlo più e più volte, perchè ci si innamora perdutamente della protagonista e del suo ruolo.
E io mi innamorai perdutamente di Kate Beckinsale e del suo ruolo, quello di Julia appunto. E di alcune scene senza veli leggendarie.
In fin dei conti, siamo alla fine della calda estate del 1995. Io ho il diploma scientifico in tasca, mi sono concesso il primo viaggio con gli amici (campeggio in sardegna, 6 pirla stipati su una Peugeot 205 e un Alfettone), assaporando il piacere del vino della casa in grossa quantità e non solo.
Tra poche settimane inizierò l’Università, sono in quell’età in cui tutto sembra possibile, qualche storiella fugace qua e là è arrivata ma è il tempo forse di cercare il grande amore: e Kate Beckinsale (o Julia, se preferite) risponde perfettamente al mio ideale.
Capello cortissimo, faccia innocente e sbarazzina ma costumi relativamente facili, personalità da vendere (perchè dai, in cha casino si è andata ad infilare? Ma lo affronta a testa alta e con coraggio. Brava mia eroina!).
Mi ricorda sinistramente una mia conoscente, che esiste in carne ed ossa e anch’essa ha l’animo da artista. Insomma, è perfetta!
La amo già, non ho più dubbi.
Mentre la vita andrà avanti, e con essa i film da vedere e da conservare nel cassetto della memoria più vicino al cuore, io continuerò disperatamente per tanti altri anni e tante altre estati, a cercare sulla guida Sky questo film per rivederlo.
Fino a quando, tristemente sparirà da tutti i palinsesti, anche da quelli delle tv locali dalla dubbia morale, lasciandomi orfano del mio grande amore.
La fine di un amore
Ma come ogni grande amore giovanile, arriverà il momento di incontarci di nuovo e restare un po’ sbattezzati, non provando le stesse emozioni che sembravano eterne…
E’ il 2001, e anticipato da una importante azione pubblicitaria, esce Pearl Harbour.
Kate Beckinsale è cresciuta di venti anni in 5 effettivi: si presenta già donna, col capello lungo, nella parte di una compassionevole infermiera, Evelyn Johnson.
Mi fa male vederla così ridotta…che fine ha fatto la ragazzina che gira nuda per casa cercando di risolvere enigmi, accompagnandosi a gente poco raccomandabile?
Tiro di nuovo fuori la guida Sky, cercando disperatamente quel titolo nelle pieghe della programmazione. Niente da fare.
E allora voglio ricordarti così, Kate. Bellissima e capace di mettermi ko come un pugno in mezzo allo stomaco, in quella calda estate del 1995.